Punti di riferimento. Perché i sindaci amano gli World Expo
Immagina di essere un sindaco. Qual è l’evento migliore per la tua città, le Olimpiadi o l’Expo?
Il grande sport ti garantisce un pubblico televisivo in tutto il mondo che porta ai miliardi – 3,2 miliardi per i Giochi di Rio del 2016 – ma se gestisci una città, un momento di riconoscimento non è tutto ciò che si brama. Si desidera qualcosa che rimanga e che non ti posizioni solo sulla mappa, ma che ti ponga come destinazione principale e nella lista dei desideri di tutti per molti anni a venire. 130 anni, tanto per dire, non sarebbe male.
Questo è quello che è successo con l’Expo mondiale di Parigi, che si è aperto con l’installazione di una torre di ferro per attirare l’attenzione e che tuttora è l’attrazione a pagamento più visitata al mondo. Con quel tipo di eredità non sorprende il fatto che le città vedano le esposizioni come la strada da percorrere. Certo, si può ospitare un evento sportivo di riferimento, ma se volete davvero essere memorabili allora dovete creare un punto di riferimento grande quanto la Torre Eiffel e stare a guardare i visitatori entrarci.
La casa del Burj Khalifa
Dubai, che ospiterà World Expo 2020, lo sa bene. Nella città del Burj Khalifa comprendono la potenza attrattiva dell’architettura di rilievo e i loro piani per l’Expo sono altrettanto ambiziosi. Per avere un’idea di quale pietra miliare intendono gli addetti ai lavori – Al Wasl Plaza Dome – guardate l’elenco dei kit AV che include 252 proiettori laser Christie D4K40. Al di fuori di una fabbrica di Christie, è improbabile che qualcuno ne abbia mai raccolti così tanti insieme – per poi accenderli tutti nello stesso posto e contemporaneamente.
Tutta quella potenza illuminerà una superficie di proiezione a traliccio larga 130 metri. Da lontano, quel reticolo farà apparire tutto leggero, arioso e quasi privo di sostanza. Fino a quando non ti avvicini e ti rendi conto che questo è un tour-de-force di ingegneria e proiezione su larga scala.
Tanto per cominciare, lo schermo è più ampio dell’intera impronta della Torre Eiffel. Sorgendo a 67.5 metri, la proiezione sarà visibile sia da dentro che da fuori. Avvicinandosi attraverso un’oscura autostrada nel deserto arabo, sembrerà che penda tra la Terra e le stelle, sospeso tra il passato e il futuro.
Una svolta sulla visione della proiezione
Coprendo 4,38 chilometri quadrati con 192 paesi partecipanti, Expo 2020 sarà tra i più grandi eventi dell’anno. Oltre a celebrare tutto ciò che la cooperazione globale può raggiungere, potrebbe anche segnare una svolta circa il modo in cui vediamo la proiezione. In passato, erano sempre le strutture – vetro, cemento e acciaio – a dare la maggiore impressione. Ad Al Wasl Plaza, la proiezione ha il compito di eseguire la spinta emotiva e di svolgere un ruolo significativo nel creare quel fondamentale impatto “imperdibile”. Si tratta di un importante atto di fiducia il fatto che ciò non si limiti a un singolo, spettacolare evento di apertura, come è consuetudine. Questa non è un’esplosione momentanea di luce e colore; questa è una parte importante e duratura di un’eredità attentamente pianificata.
La proiezione può farlo?
La proiezione può davvero essere così a lungo termine per portata e ambizione? È davvero esigente da pretendere, ma vale la pena ricordare che quando fu costruita la Torre Eiffel, il suo futuro venne limitato a soli vent’anni prima di avviare il cantiere di demolizione. Sopravvisse perché divenne indispensabile per Parigi.
La lezione sta nel fatto che se le persone prendono qualcosa a cuore, se riesce a smuoverle, allora durerà nel tempo. Se c’è una cosa che la proiezione riesce a fare è proprio quella di smuovere i cuori della gente.